
Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività

Il Disturbo da deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD) si contraddistingue per la presenza di significative difficoltà a mantenere l'attenzione e/o la presenza di impulsività ed iperattività. Non si tratta di un aspetto dovuto al temperamento del bambino né di una fase transitoria della crescita, cosi come non è riconducibile a pratiche educative inadeguate. Si tratta di un vero e proprio disturbo del comportamento che ha una prevalenza di circa il 5% e causa una significativa compromissione del funzionamento del bambino.

PERCORSO DIAGNOSTICO E PRINCIPALI CARATTERISTICHE
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La diagnosi viene effettuata attraverso colloqui, somministrazioni di questionari e test, nonché ovviamente un'attenta osservazione del comportamento del bambino. E' necessario ottenere informazioni da più fonti diverse, in particolare la famiglia e la scuola, per poter valutare correttamente l'impatto del disturbo sul funzionamento generale del bambino.
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I sintomi che contraddistinguono questa condizione rientrano in tre grandi categorie:
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Disattenzione. Il bambino ha difficoltà a mantenere l'attenzione, spesso è distratto da stimoli esterni, è sbadato e perde con frequenza oggetti necessari per svolgere compiti e attività; sembra non ascoltare quando gli si parla, compie numerosi errori di distrazione. Spesso evita di impegnarsi in attività, come i compiti scolastici, che richiedono uno sforzo mentale prolungato.
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Iperattività. Si agita o batte mani e piedi, si dimena sulla sedia, è incapace di svolgere attività tranquillamente, parla troppo o corre e salta in situazioni nelle quali risulta inappropriato farlo. In generale agisce come se fosse "azionato da un motore".
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Impulsività. Ha difficoltà ad attendere il proprio turno, interrompe le conversazioni, da risposte affrettate senza riflettere.
La sintomatologia deve presentarsi prima dei 12 anni e durare almeno 6 mesi, inoltre deve essere evidente in almeno due contesti di vita del bambino.
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A seconda della prevalenza dei sintomi, il DSM-5, identifica tre sottotipi del disturbo:
- ADHD prevalentemente inattentiva
- ADHD prevalentemente iperattiva
- ADHD combinata
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All'interno della diagnosi di ADHD possono dunque coesistere casi molto eterogenei tra loro.
IL TRATTAMENTO
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Le linee guida internazionali (https://www.nice.org.uk/guidance/ng87) ed italiane (SINPIA) concordano nel individuare tre tipologie principali di intervento per il trattamento dei bambini con ADHD:
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interventi psico-comportamentali rivolti al bambino, alla famiglia (Parent training) e agli insegnanti (Teacher training) Mediante l'impiego di tecniche derivate dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale, si lavora per ridurre i comportamenti problema, incrementare quelli positivi, migliorare le competenze relazionali del bambino sia con i pari che con gli adulti di riferimento e il clima famigliare. Fornendo al bambino strategie per migliorare l'autocontrollo, potenziare le proprie capacità di pianificazione ed organizzazione e di problem solving ci si pone l'obiettivo generale di migliorarne il funzionamento globale e la qualità della vita. Tale tipologia di intervento può essere svolto individualmente o in piccolo gruppo.
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interventi farmacologici. In Italia la terapia farmacologica è possibile a partire dai 6 anni e solo su prescrizione del neuropsichiatra infantile che opera nei centri di riferimento regionali. I farmaci d'elezione per il trattamento del bambino sono gli psicostimolanti e tra questi in particolare il metilfenidato. Questi farmaci non agiscono come sedativi ma servono ad incrementare le capacità attentive.
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interventi combinati. Prevedono il ricorso al trattamento farmacologico insieme a quello psicoeducativo e psicoterapico.

