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Ansia

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L'ansia è un'emozione adattiva al funzionamento dell'organismo quando deve confrontarsi con situazioni di pericolo ma diventa controproducente nel momento in cui viene attivata ripetutamente da stimoli sostanzialmente innocui così come avviene nel caso di un disturbo d'ansia. 

I disturbi d'ansia rappresentano la patologia psichiatrica più comune in età evolutiva (MeriKangas et al., 2010; Kessler, Avenevoli, Costello, 2012) e si stima che un terzo degli adolescenti soddisferà i criteri per un disturbo d’ansia all’età di 18 anni (MeriKangas et al., 2010). 

I sintomi ansiosi riportati dal bambino/ragazzo appartengono a tre categorie principali. 

  • sintomi fisici:

       mal di pancia e nausea, mal di testa, respiro corto, battito accelerato, tensione muscolare, sudorazione. 

  • sintomi cognitivi:

       pensieri irrealistici o catastrofici che riguardano possibili pericoli o qualcosa di brutto che potrebbe accadere a se stessi o alle

       persone care. 

  • sintomi comportamentali

       pianto, evitamento delle situazioni temute, rifiuto di andare a scuola o di dormire in camera da soli, difficoltà ad            

       addormentarsi, crisi di rabbia nel momento della situazione ansiosa. 

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PERCORSO DIAGNOSTICO E PRINCIPALI CARATTERISTICHE

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Per effettuare una diagnosi di disturbo d'ansia è necessario che la sintomatologia causi un disagio significativo e/o la compromissione di aree importanti di funzionamento come l'area sociale o quella scolastica, per un tempo di almeno quattro settimane

In età evolutiva è possibile riscontrare i seguenti disturbi:

  • Disturbo d'ansia da separazione. Il bambino manifesta un'intensa difficoltà a separarsi dalle figure di attaccamento, solitamente la mamma e/o il papà, con l'emerge di sintomi quali malesseri fisici, rifiuto sistematico di allontanarsi dai genitori per andare a scuola o per dormire nella propria camera, incubi e aspettative catastrofiche. 

  • Disturbo d'ansia sociale. Intensa ansia che si manifesta in situazioni sociali nelle quali il bambino può essere esposto al giudizio degli altri (insegnanti, pari, adulti non familiare). Lo stato di malessere è tale da spingere il bambino a mettere in atto comportamenti di evitamento, chiusura ed isolamento per evitare possibili situazioni di imbarazzo o fallimento. 

  • Disturbo d'ansia generalizzata. Costante ed eccessiva preoccupazione immotivata legata a diversi contesti e situazioni sia di vita quotidiana che rispetto al futuro. 

  • Mutismo selettivo. Si tratta di una persistente incapacità del bambino di parlare in specifiche situazioni, come ad esempio a scuolapur essendo perfettamente in grado di farlo in altre. La condizione interferisce significativamente con il funzionamento del bambino e non è riconducibile ad una scarsa conoscenza della lingua o a disturbi della comunicazione. 

  • Fobie specifiche. Paura eccessiva e persistente nei confronti di oggetti o situazioni specifiche (ad esempio sangue, animali, altezze, luoghi chiusi). Il bambino fa di tutto per evitare l'oggetto o la situazione temuta con conseguente compromissione della sua qualità di vita. 

  • Disturbo ossessivo-compulsivo. Si caratterizza per la presenza di pensieri indesiderati ricorrenti ed intrusivi (ossessioni) che creano forte disagio e di comportamenti o azioni ripetitivi (compulsioni) messi in atto allo scopo di allontanare i pensieri ossessivi e ridurre l'ansia che ne deriva. 

IL TRATTAMENTO

La terapia cognitivo-comportamentale rappresenta il trattamento d'elezione per i disturbi d'ansia. L'intervento prevede l'utilizzo di diverse tecniche e strategie finalizzate a favorire l'individuazione e la modificazione dei pensieri disfunzionali, ad insegnare al bambino a produrre pensieri tranquillizzanti basati su una valutazione realistica dello stimolo ansiogeno. Inoltre si lavora sull'apprendimento di tecniche di rilassamento e sul guidare il bambino in una esposizione graduale agli stimoli tenuti per ridurre la condotte di evitamento. 

Risulta di fondamentale importanza infine coinvolgere la famiglia nel trattamento, i genitori rappresentano infatti i migliori alleati nel sostenere  il bambino in questo percorso e nel favorire la generalizzazione dei risultati ottenuti nel corso delle sedute. 

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